mercoledì 10 aprile 2013

Alice nel paese delle meraviglie

La storia di Alice, oltre ad essere uno dei racconti più conosciuti al mondo e un cartone dei classici Disney, contiene anche un repertorio prezioso per la psicoanalisi, la linguistica, la logica. 

Soprattutto parlando del libro di Lewis Carroll, Alice, vista in un 'ottica pedagogica, è una straordinaria occasione per provocare l'intelligenza dei lettori: essa rivendica in pieno Ottocento il diritto di pensare con la propria testa ("Ho il diritto di pensare!", dice Alice alla Duchessa); sa intrecciare, nei suoi dialoghi, dubbi e domande filosofiche ("Quale strada devo prendere?", chiede allo Stregatto. "Dipende soprattutto da dove vuoi andare!", risponde il gatto). Anche il fatto di rimpicciolire e ingrandire (Alice cerca la chiave per aprire la porticina ma quando lei è troppo piccola la chiave sta troppo in alto, quando lei diventa grande non può passare) le permette di sviluppare le più elementari domande sulla propria identità ("Chi sono io?").

Questo richiama il riflesso della confusione delle parti e delle proporzioni, dei problemi dell'identità e dello smarrimento dei confini, dei cambiamenti della crescita corporea dove convive il desiderio-timore del rimpicciolimento o dell'improvvisa trasformazione-ingrandimento del corpo.